I Magi
rappresentano gli uomini di ogni parte della terra che vengono accolti nella
casa di Dio. Davanti a Gesù non esiste più divisione alcuna di razza, di lingua
e di cultura: in quel Bambino, tutta l’umanità trova la sua unità.
(Papa Francesco)
Solo il Vangelo di Matteo parla dei Re Magi ma senza descriverli, racconta che i Magi dall’Oriente
arrivarono a Gerusalemme durante il regno di Erode alla ricerca del neonato Re
dei Giudei.
Vi sono 4 passi importanti su cui riflettere:
La Ricerca nel Cammino,
la Partecipazione
attiva nell’indagine di fede,
la Prostrazione nel gesto dell’Adorazione come Dio.
L’Offerta dei tre
doni
I Re Magi sono simboli di cammino e di ricerca di Dio, pertanto l’Epifania nel tempo è stata definita una festa di “movimento” una attraverso la quale possiamo capire
come Cristo vada verso il mondo e il mondo verso di Lui.
La nostra fede
viene dalla storia. Non è idea, pensiero, riflessione. E’ rivelazione ed opera
di Dio nel nostro tempo.
Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo.
La stella è segno
di regalità; essi invece vi vedono anche l’altro segno: quella della divinità
Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:
Dov’è il re dei Giudei che è nato?
E’ nato un re,
anzi è nato il re dei Giudei. Non sanno dove e lo chiedono. Notare la
partecipazione dell’uomo nell’indagine di fede. A volte c’è un segno, c’è una
verità significata, ma è lasciata all’uomo la partecipazione attiva per
indagare la pienezza della verità. Ancora una volta Dio e l’uomo insieme, il
segno e la persona insieme. Non tutto è dato. La fede è dono ed è ricerca; è
regalo ma anche sforzo ed impegno.
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua Madre, e prostratisi
lo adorarono.
Nel gesto della
prostrazione essi lo riconoscono come re. Nel gesto dell’adorazione come Dio.
Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso
e mirra.
L’oro è per la regalità. L’incenso
è per la divinità. La mirra è per la mortalità, l’amarezza, il dolore, la sofferenza.
Nell’offerta di questi tre doni le profezia si ricompongono: Regalità e
divinità, umanità e sofferenza, mortalità e immortalità, Dio e Uomo sono in
questo BAMBINO CHE E’ NATO.
La mano di Dio
vigila sul bambino. L’occhio del Signore veglia sul cammino del Giusto e lo
salva. Dove non arriva l’uomo, dove l’uomo non vede, vede Dio ed arriva Lui. La
prudenza è dono dell’Onnipotente ed è concessa ai suoi veri adoratori.
Che tipo di stella era quella che i Magi hanno visto e seguito?
Il Santo Padre
Benedetto XVI ci spiega il suo significato:
“E veniamo così alla stella. Che tipo di stella era quella che i
Magi hanno visto e seguito? Lungo i secoli questa domanda è stata oggetto di
discussione tra gli astronomi. Keplero, ad esempio, riteneva che si trattasse
di una “nova” o una “supernova”, cioè di una di quelle stelle che normalmente
emanano una luce debole, ma che possono avere improvvisamente una violenta
esplosione interna che produce una luce eccezionale. Certo, cose interessanti,
ma che non ci guidano a ciò che è essenziale per capire quella stella. Dobbiamo riandare al fatto che quegli
uomini cercavano le tracce di Dio; cercavano di leggere la sua “firma”
nella creazione; sapevano che “i cieli narrano la gloria di Dio” (Sal 19,2); erano
certi, cioè che Dio può essere intravisto nel creato. Ma, da uomini saggi,
sapevano pure che non è con un telescopio qualsiasi, ma con gli occhi profondi della ragione alla ricerca del senso ultimo
della realtà e con il desiderio di Dio mosso dalla fede, che è possibile
incontrarlo, anzi si rende possibile che Dio si avvicini a noi. L’universo
non è il risultato del caso, come alcuni vogliono farci credere.
Contemplandolo, siamo invitati a leggervi qualcosa di profondo: la sapienza del
Creatore, l’inesauribile fantasia di Dio, il suo infinito amore per noi. Non
dovremmo lasciarci limitare la mente da teorie che arrivano sempre solo fino a
un certo punto e che – se guardiamo bene – non sono affatto in concorrenza con
la fede, ma non riescono a spiegare il senso ultimo della realtà. Nella
bellezza del mondo, nel suo mistero, nella sua grandezza e nella sua
razionalità non possiamo non leggere la razionalità eterna, e non possiamo fare
a meno di farci guidare da essa fino all’unico Dio, creatore del cielo e della
terra. Se avremo questo sguardo, vedremo che Colui che ha creato il mondo e
Colui che è nato in una grotta a Betlemme e continua ad abitare in mezzo a noi
nell’Eucaristia, sono lo stesso Dio vivente, che ci interpella, ci ama, vuole
condurci alla vita eterna”. (estratto da: Omelia del Santo Padre Benedetto XVI Basilica Vaticana Giovedì, 6
gennaio 2011) © Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana.