La nostra scelta più importante è il modo in cui decidiamo di vivere la nostra vita. La felicità è amore, nient’altro.

Katia Botta

giovedì 3 dicembre 2020

Superare il #2020 fa #Curriculum

 



Superare il #2020 fa #Curriculum


Guardiamo il lato positivo!


Competenze acquisite durante la Pandemia:


#resilienza
#problemsolving
lavoro di squadra (acquisito in casa durante il #lockdown)
#capacitàcomunicative attraverso i social
lavoro in #team attraverso lo #smartworking
attento #selezionatore di contatti social
coltivatore di buone #relazioni
#distanzasociale di soggetti #pessimisti e/o disfattisti
#creatività
scoperta di nuovi #interessi
gestione dell'#economia interna  (#Master)
Incremento di aggiornamenti attraverso #webinar
gestione dello #stress
sviluppo della #fiducia
capacità di #ascoltare e stare in #silenzio
#empatia
#speranza e #ottimismo generato dalla #fede
attenti #osservatori della #natura
ritrovare nella #gratitudine la #semplicità della #vita.

Tutte queste qualità ci rendono  non solo candidati ideali per qualsiasi azienda o nei rapporti di lavoro,
ma persone migliori nelle relazioni.
C'è sempre qualcosa di buono in tutto ciò che accade...

Se volete, aggiungete altre qualità

Buona giornata a tutti 🥰

#Covid19


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venerdì 30 ottobre 2020

La migliore dieta è quella della mente

 


La dieta non si riferisce solo al cibo. La migliore dieta è quella della mente.

La dieta di eliminazione:

"Rimuovi la rabbia, il rimpianto, il risentimento, il senso di colpa, la colpa e la preoccupazione. Poi, guarda la tua salute e la tua vita migliorare."

(Charles F.Glassmann)


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lunedì 26 ottobre 2020

Posso adeguarmi, ma non voglio conformarmi



Posso adeguarmi a convivere con il virus del Covid19, alla mascherina, alle restrizioni dei  Dpcm, al sacrificio per la mancanza di un abbraccio, ma non voglio conformarmi alla violenza, al livore, l’aggressività, l’individualismo, l’egoismo, la superficialità, l’orgoglio, la superbia, l’ingordigia e a tutto ciò che non è generato dall'amore, dalle buone  relazioni e convivenza tra le persone e i popoli.

Allinearsi alla violenza porta ognuno di noi a diventare un piccolo "Giuda" che tradisce i valori della libertà, della  giustizia, della verità e dell'amore fraterno. La vera  lotta per la  libertà è cooperazione, solidarietà, unione umano di intenti e valori per il bene di molti, non di pochi. Solo se utilizziamo il dono del libero arbitrio e del discernimento dei nostri pensieri e delle nostre  azioni saremo davvero persone  libere e  vere.

Grandi uomini di  pace ci hanno insegnato che la libertà parte dalle nostre azioni personali, che le vere  rivoluzioni sono di ideali e non dettate dalla forza e dalla violenza. Chi è aggressivo, violento, ha dentro di sé le matrici della  paura e della rabbia. Chi è violento non è forte ha solo paura!

Basta alle azioni violente in piazza, basta con la violenza verbale e l’allarmismo nei programmi TV, basta con gli haters da tastiera, basta alle informazioni pilotate dei media e mainstream la cui missione ormai non è più quella di dare informazione ma di creare audience. L’allarmismo, la guerra d'informazione e la diversità  delle comunicazioni delle notizie non aiutano, anzi destabilizzano, creano confusione, incertezza e rabbia che a loro volta generano violenza dettata dalla paura. Spesso per alcuni non è la paura della morte, ma la paura di essere lasciati soli a se stessi, senza alcun supporto sociale, un senso di solitudine e di impotenza che genera paura più per i propri cari, per i propri figli che per se stessi.

Il  virus è  invisibile, ma l'essere  umano è  tangibile con tutte le sue necessità fisiche, morali ed economiche, con l’esigenza di una dignità che si conforma nel lavoro e con le sue  debolezze.

Le azioni di violenza e il seme della  paura hanno l'intento di sradicare la visione del  futuro e della speranza, valori  insiti nell'uomo che fanno parte non solo dell'istinto di sopravvivenza ma della fede. Non lasciamoci destabilizzare, non perdiamo la speranza, anzi combattiamo ideologicamente e con la nostra fede per ravvivare la speranza di una società migliore, non lasciamoci sopraffare da condizionamenti o dai soprusi sociali ma continuiamo a piantare i nostri  alberi di  speranza, di verità, dignità e coraggio.

Come usava dire Martin Luther King: "Anche se sapessi che domani il mondo andrà a pezzi, pianterei comunque il mio albero di mele".

 

Facciamo nostre le parole di Mahatma Gandhi, uno dei più grandi rivoluzionari pacifisti:

"Se potessimo cancellare l’«Io» e il «Mio» dalla religione, dalla politica, dall’economia ecc., saremmo presto liberi e porteremmo il cielo in terra. Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso".

 

Katia Botta, Cognitive Coach - Naturopata

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sabato 10 ottobre 2020

FAI CHE LA GRATITUDINE SIA PARTE INTEGRANTE DELLA TUA VITA

 

Ogni giorno vissuto è un motivo per gioire

Sii grato per tutto

Perdonati per i dubbi che hai su te stesso, sulle tue capacità, sulle tue scelte. La vita è esperienza.

Il sentimento di gratitudine ti offre l’opportunità di amare te stesso esattamente come sei  con tutte le gioie e le sofferenze. Non hai bisogno di essere qualcosa di diverso da ciò che sei.

Sii grato per tutto.

Quanto più sei grato, più la vita si aprirà a te e più ti donerà.

La gratitudine ti offre l’opportunità di sperimentare quella gioia che porterai dentro di te per donarla agli altri.

Per provare profondamente il sentimento della gratitudine bisogna passare dallo stato freddo dell’orgoglio e della superbia e riempirsi del calore dell’umiltà.

Ogni mattina saluta il nuovo giorno con un ringraziamento, rendi positiva e speciale la tua giornata ringraziando Dio del nuovo giorno che ti è stato donato, dei colori che puoi vedere, del profumo del caffè che allieta la tua colazione, dedica un pensiero alle persone che ti amano, che ti hanno aiutato o che semplicemente ti stanno vicino e fanno qualcosa di carino per te, anche con semplice gesto o una parola. Questo atteggiamento di gratitudine e di amore ti aiuterà ad affrontare la giornata in modo più positivo e propositivo, perché sai di essere amato e questo amore che ti accompagnerà per tutta la giornata ti renderà più forte.

”La persona grata non si fida di sé, ma di Dio”

Ogni giorno esprimi dal profondo del tuo cuore sentimenti di ringraziamento:

Ringrazio Dio per…

Ringrazio Dio per ogni giorno in cui…

Ringrazio Dio anche se…

Ringrazio Dio per aver incontrato…

Se vivi in gratitudine vivi in leggerezza e tenerezza, ed è la sensazione più vicina alla felicità

Ti auguro un atteggiamento di gratitudine verso la vita, in questo modo darai un significato più profondo alla tua vita, al creato, alle relazioni, perché ogni giorno vissuto è un motivo per gioire.

Buon Vita nella gioia della gratitudine.

Katia Botta


“Ognuno confronti quanto ha pregato nel momento della prova a quanto ha ringraziato quando le sue preghiere sono state esaudite.”

(San John Henry Newman)


Angelo della gratitudine di Teresa Kogut

La gratitudine trasforma ciò che abbiamo in abbastanza

 

 

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mercoledì 16 settembre 2020

I nostri stati emotivi sono una nostra responsabilità, non quella degli altri

Le tue relazioni sono lo specchio per conoscerti

Ogni relazione porta in sé un dono, anche da un conflitto può nascere una nuova opportunità di crescita. Apriti alle possibilità e al potenziale racchiuso nelle relazioni di vita. Non giudicare, non giudicarti ma rimani aperto all'ascolto e al confronto.

Ascoltare non è solo ascoltare le parole di qualcun altro, è un'esperienza di connessione che crea relazione.

Per poter risolvere i conflitti ciò che è fondamentale è riconoscere ed esprimere le proprie emozioni

Il nostro modo di percepire il mondo è intimamente legato al nostro modo di percepirci: Ascoltare vuol dire smettere di interpretare ciò che sentiamo, ed esprimere le nostre emozioni, le nostre esigenze, perché no anche la nostra fragilità, ma in modo assertivo e pacato.

I nostri stati emotivi sono una nostra responsabilità, non quella degli altri.

Non si tratta di avere ragione o torto, altrimenti sarebbe come dire “Non ti chiedo di capirmi, ma che accetti e rispetti solo il mio punto di vista”.

Essere rispettati fa parte del nostro processo di rispetto di noi stessi.


"Oggi so cosa significa essere un ricercatore spirituale: è qualcosa che ha a che fare con l'indagine, con il rimanere attenti a ciò che ti circonda, con una mente che finalmente sa che ciò che ti circonda è qualcosa che viene da te, per te e attraverso di te, manifestandosi in quello che chiami altro ”.

EnricCorbera, en su libro Yo soy tú: La mente no dual.

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Per approfondimenti: Bioneuroemoción https://www.enriccorberainstitute.com/blog/no-sabemos-escuchar

 

 

 


martedì 15 settembre 2020

Ritrovare se stessi è solo una questione di tempo


Ci ammaliamo quando perdiamo di vista noi stessi, quando non viviamo la nostra vita ma la vita dell’altro. Quando viviamo la nostra vita solo in relazione alla vita di chi ci sta accanto, quando diventiamo come astri che orbitano intorno al sole. 

Ma ogni pianeta ha un proprio “tempo di rivoluzione”, cioè quel tempo che impiega per compiere un'intera orbita intorno al Sole, per poi ritornare nella stessa posizione del cielo rispetto al Sole. Come noi, ogni pianeta nel sistema solare ha una propria qualità e un proprio compito. Analogalmente ai pianeti del sistema solare ognuno di noi ha un proprio tempo di rivoluzione. 

Ritrovare se stessi è solo una questione di tempo. La rivoluzione è quella interiore. 

Per questo motivo è importante ritagliarsi nell’arco della giornata un’ora da dedicare a noi che potremmo definire “sacra” al fine di centrarci, liberare la mente, ascoltare le esigenze del corpo, definire le priorità e dare il giusto senso alle cose e alle richieste delle persone senza lasciarci sopraffare da esse. 

Solo in questo modo possiamo prenderci cura di chi ci sta intorno senza mettere da parte noi stessi, le nostre esigenze, i nostri interessi, e perché no i nostri sogni. 

Se stiamo bene siamo in grado di aiutare di più e donarci all’altro anche con più pazienza, allora ritorneremo anche noi a brillare come il sole!

Buona Vita!

Katia

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sabato 12 settembre 2020

Le risposte non dette di un fibromialgico FM

 

Ascoltare vuol dire capire ciò che l’altro non dice

(Carl Rogers) 

Le risposte non dette di un fibromialgico FM

Questo post non è dedicato ai fibromialgici ma a tutti coloro che non hanno la sensibilità di percepire o comprendere la sofferenza altrui se non palesemente manifesta…compreso alcuni medici, osteopati e terapisti.

Questo che segue è un dialogo “tipo” tra una persona che incontra un’altra affetta da fibromialgia che chiamo FM. FM conta fino a 5, non risponde

Ciao, ti vedo bene.

FM Come vorresti vedermi, su una sedia a rotelle? Non hai idea dei dolori diffusi che percepisco nel mio corpo, per non parlare della stanchezza, l'insonnia perenne, i problemi gastroenterici, la fibrofog.

Però! Sei in forma!

FM È perché sono in perenne dieta antinfiammatoria. Hai idea cosa vuol dire mangiare una pizza dopo un anno? Un'estate senza gelati?

Vieni con noi a: pranzo, cena, in gita, al mare, a fan....?

FM Ancora non hai compreso il mio stato? Non posso fare programmi perché non so tra 1 ora o domani come mi sentirò. Riesci a comprendere? Perché non poni la domanda in modo diverso?

Se non c'è una cura ben definita allora è solo una cosa psicosomatica.

FM Ecco, ci risiamo. La solita risposta. Tutti dottori su Google!

Devi fare movimento, vai a correre.

FM Si certo movimento, ma non puoi propormi quello che fai tu. Santa pazienza!

Conclusioni: Potrebbe continuare all'infinito, perché le situazioni che si presentano sono tante, l'interazione sociale di un FM diventa limitante e se non hai una buona centratura e consapevolezza di te stessa e della malattia è facile sentirsi frustrato o sprofondare in depressione.

È una questione di dignità.

Ormai rispondo con un sorriso, oppure "Va tutto bene!”.

Non mi va più di dare spiegazioni, altre volte cerco di sdrammatizzare facendo appello al mio umorismo ironizzando su alcuni aspetti malattia.

A chi ci incontra suggerisco:

Guardami ma non soffermarti al superficiale, allora potrai capire.

Molte persone interpretano i continui rifiuti a eventi sociali come atto di distanziamento dell'amicizia  o superbia, ma non è così. Possibile che nessuno si è mai posto la domanda: "Come mai (nome) così attiva è piena di vita all'improvviso non accetta più inviti, non partecipa più alla vita sociale?"  Mi lamento solo quando la debolezza prende il sopravvento e i dolori mi bloccano al punto tale da non poter fare nulla, allora sì, mi rintano come un orso aspettando che la ferita si rimargini, unica compagnia la  preghiera, il mio balsamo per il corpo e l'anima.

L'accettazione e  la conoscenza delle sintomatologie della malattia sono il primo passo, ma ancora di più la vicinanza e la comprensione di parenti e amici. Non pietismo ma comprensione, non pietismo ma compassione empatica, che è sinonimo di amorevolezza verso il prossimo. Non tutti ce l'hanno, ma si può imparare iniziando a guardare con gli occhi del cuore, magari alzando gli occhi dal cellulare per osservare chi ti sta davanti, ascoltare il tono della sua voce, notare le contrazioni dei muscoli doloranti.

Magari stando in silenzio abbracciandolo o stringendogli la mano...ma piano, perché potresti fargli male.

La chiamano "la malattia invisibile" ma noi non siamo invisibili.

A tutti i fibromialgici posso consigliare:

Non entrare nel personaggio del fibromialgico, non pensare sempre alla malattia, non praticare l’auto-osservazione di ogni sensazione che percepisci nel tuo corpo e nella tua mente, non farti sopraffare dai sintomi.

Rimani te stesso, forse svolgerai alcune cose con più lentezza o step by step, ma comunque falle.

Vivi la vita perché la vita è bella comunque!


In una società che ci costringe ad interagire sempre più velocemente riscoprire il dono della lentezza è un dono.

Luis Sepúlveda ha scritto un libro bellissimo “Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza” dove una lumaca  si interroga sul motivo della lentezza che tanto la contraddistingue. Luis Sepúlveda ci propone una favola ricca di insegnamenti e atti di coraggio, raccontando il mondo attraverso gli occhi di un piccolo animale lento e anticonformista. Ribelle (il nome che la tartaruga ha dato alla lumaca per la sua indole forte, indomita e anticonformista), insegna a non accettare la routine quotidiana se la nostra indole richiede altro, o di diffidare dei preconcetti che vengono proposti e definiti come verità assoluta, se non ci convincono.

«Io difendo il ritmo umano: il tempo preciso, né più né meno, che serve per fare le cose per bene. Per pensare, per riflettere, per non dimenticare chi siamo»

(Luis Sepúlveda)

 

Buona Vita!

Katia Botta

 

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sabato 25 luglio 2020

La scelta del perdono porta alla gioia


A volte alcuni atteggiamenti provocatori sono utili perché ci fanno comprendere che abbiamo superato la prova della rabbia. Questo è il perdono.

Rancore, risentimento e ogni rifiuto di perdono sono la causa profonda di molti malesseri e un limite alla crescita interiore perché si rimane ancorati al passato. La scelta del perdono porta alla gioia.

Buona Vita!  
Katia

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venerdì 24 luglio 2020

L’accettazione è un rapporto di inclusione. La contraddizione è un rapporto di esclusione

ERICA  il fiore dell'Accettazione della vita, empatia, migliora le relazioni

Troverai molte contraddizioni nel tuo cammino, tu accettale con saggezza, nel comportamento e nei giudizi, capirai dopo del perché c'erano. La saggezza del tempo crea chiarezza.


Accetta le contraddizioni capirai dopo del perché c'erano

La contraddizione è un rapporto di esclusione, è divisione, in quanto “un rapporto di opposizione tra due affermazioni, due giudizi, due fatti, per cui uno esclude l’altro o è comunque con l’altro in contrasto”.

Per il filosofo Immanuel Kant la contraddizione è il limite del pensiero pertanto segna i limiti della conoscenza. Qualsiasi conoscenza, nel momento in cui è compresa dall’intelletto, deve essere espressa in maniera non contraddittoria. Quando ci si imbatte in una contraddizione si ha un annullamento della conoscenza, oppure - è il caso dell’antimonia - (o opposizione dialettica) – uno sprofondare della ragione nel vano tentativo di conoscere ciò che invece le è negato in virtù della sua stessa struttura: la cosa in sé.

La contraddizione è l’atto di prendere posizione rispetto a qualcosa, ciò porta di conseguenza a formulare un giudizio, a criticare nonché a rigidità di pensiero e a resistenze che ostacolano la crescita personale.

Ed è qui, in queste situazioni che dobbiamo integrare l’accettazione dell’altro attraverso la comprensione empatica ovvero “l’intelligenza emotiva” (concetto definito da Daniel Goleman) comprendendo per esempio che durante un rapporto verbale di contraddizione con una persona il suo giudizio e la sua critica possono nascere per il semplice fatto di affermare se stesso, spesso per mancanza di autostima o per paura di non essere accettato.


La comprensione empatica ha un ruolo centrale nelle relazioni in quanto ci aiuta a comprendere cosa prova l’altra persona in una determinata situazione, ma allo stesso tempo anche come noi percepiamo e reagiamo alle nostre emozioni durante un processo di contraddizione, consentendo di modulare il nostro comportamento in modo più adeguato e armonico, senza creare conflitti, perché la comprensione non parte dalla ragione ma ha a che vedere con il cuore, solo con il cuore possiamo comprendere i sentimenti altrui.

L’accettazione invece è un rapporto di inclusione, con un atteggiamento incline alla comprensione dell’altro e del tutto. 
L’accettazione non è resa, ma un diverso modo di percepire che porta alla comprensione di tutto ciò che ci accade e circonda la nostra vita, siano persone o situazioni. Con l’accettazione cambiano le nostre reazioni, impariamo ad accettare anche le nostre emozioni, ci orientiamo con un atteggiamento diverso verso gli aspetti della vita, a riconsiderare le relazioni. Potremmo dire che attraverso ogni atto di accettazione facciamo un piccolo salto evolutivo che ci porta e ad andar avanti per creare armonia nella nostra vita.

Leggere i sentimenti altrui

Accettazione e comprensione empatica o “l’intelligenza emotiva” secondo Goleman: “La capacità di riconoscere le emozioni provate dalle altre persone ed indicando nell’empatia una delle fondamentali competenze per un buon funzionamento emotivo e sociale. Alla sua base vi è ancora una volta l’autoconsapevolezza, poiché “quanto più aperti siamo verso le nostre emozioni, tanto più abili saremo anche nel leggere i sentimenti altrui” (Daniel Goleman - Intelligenza Emotiva 1995).

Secondo lo psicologo Carl Rogers è importante saper identificare correttamente le emozioni altrui e parteciparvi empaticamente, consapevoli dei fattori che possono influenzare l’altro nella manifestazione dei propri stati affettivi (Rogers, 1970).

“Possa l'umanità costruire ponti di comprensione e di dialogo”

(Papa Francesco)

Possibili Fiori di Bach consigliati:

Heather: Accettazione della vita, empatia, migliora le relazioni
Beech: Da Ipercritico, arrogante, rigidità dei valori  a Empatia, profondità
Chicory: Capacità di amare spontaneamente
Holly: Da Gelosia, collera a  Comprensione e amore, senso di calma
Larch: Da mancanza di autostima, Insicurezza, paura di sbagliare, sfiducia di se stessi a Coraggio  e sicurezza nelle proprie capacità
Mimulus: Coraggio, saggezza interiore e sensibilità
Pine: Autoaccettazione, perdono di se stessi
Rock Water: Accettazione della vita, flessibilità
Vervain: Da Fanatismo, tensione a Calma, attenzione verso i bisogni altrui.  Edward Bach lo prescrisse “Per quelle persone che hanno idee prefissate, perché sono sicure che sono corrette, e che raramente modificano il proprio atteggiamento. Desiderano convertire con fervore coloro che stanno loro vicino alle proprie convinzioni rispetto alla vita.
Vine: Da Ambizione, desiderio di dirigere tutto a Carisma, rispetto e amore
Walnut: Protezione, flessibilità ed accettazione del nuovo
Water Violet: Partecipazione, simpatia
Willow: Dal risentimento, l’amarezza, all’ottimismo

Buona Vita!
Katia Botta
Articoli di Approfondimento su Intelligenza Emotiva



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 GRAZIE! Buona Vita, Pace a te!  Katia Botta


Bibliografia:
Goleman, D. (1995) Emotional Intelligence, New York, Bantam Books. Trad. it. Intelligenza Emotiva, Milano, Rizzoli (1996).
Rogers, C. R. (1942) Counseling and Psychoterapy, Boston, Houghton Mifflin Company. Trad. It. Psicoterapia di Consultazione, Roma, Astrolabio (1971).
http://www.treccani.it/
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domenica 12 aprile 2020

Buona Pasqua. Non sentirti solo ma cogli il significato della tua solitudine

Non sentirti solo ma cogli il significato della tua solitudine, può essere la via della tua Resurrezione

Buona Pasqua a tutti, soprattutto a tutti coloro che si dedicano alle persone che sono più in difficoltà e a tutte le persone sole o che vivono sentimenti di solitudine e di tristezza. Possa questa Pasqua essere di conversione e resurrezione per un sostanziale cambiamento interiore e sociale.

Quest’anno sarà una Pasqua un po’ speciale per le esigenze della quarantena, per molti non vissuta in famiglia o con amici.

A tutti coloro che la trascorreranno da soli e che con fatica e coraggio in questo lungo periodo stanno guardando dentro se stessi dove un tumulto di pensieri, emozioni e sentimenti si susseguono e si arrovellano su se stessi, desidero ricordare alcune frasi su cui meditare:

Fabrizio De André: “La solitudine può portare a forme straordinarie di libertà”.

Papa Francesco: “Dalla solitudine ci si rialza non chiudendosi in sé stessi, ma invocando il Signore, perché il Signore ascolta il grido di chi è solo”.

Lo scrittore portoghese Josè Saramago in merito alla solitudine scrisse: "La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice."


Cari Auguri di un Santa Pasqua e non sentirti solo/a ma cogli il significato della solitudine che stai vivendo per raccogliere nuove forze per continuare a sostenere la “Vita”. Allora la tua solitudine assumerà un significato diverso, sarà il luogo dove il vecchio io muore, dove i vecchi paradigmi si sgretolano e non hanno più significato, all’inizio potrai sentirti destabilizzato/a, ma poi dentro di te si aprirà una nuova luce che porterà alla trasformazione del tuo essere, della tua nuova vita, di una nuova libertà interiore e di scelte, e aiutato/a dalla presenza di Dio può essere la via della tua Resurrezione.

Quando non camminiamo nella presenza di Dio soffriamo una profonda solitudine, ma la nostra solitudine sarà cambiata in un tempo di speranza per le cose che Dio ha preparato per noi.

Santa Pasqua, Pace a te.
Katia Botta

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Immagine Lory Portka art