La nostra scelta più importante è il modo in cui decidiamo di vivere la nostra vita. La felicità è amore, nient’altro.

Katia Botta

lunedì 26 ottobre 2020

Posso adeguarmi, ma non voglio conformarmi



Posso adeguarmi a convivere con il virus del Covid19, alla mascherina, alle restrizioni dei  Dpcm, al sacrificio per la mancanza di un abbraccio, ma non voglio conformarmi alla violenza, al livore, l’aggressività, l’individualismo, l’egoismo, la superficialità, l’orgoglio, la superbia, l’ingordigia e a tutto ciò che non è generato dall'amore, dalle buone  relazioni e convivenza tra le persone e i popoli.

Allinearsi alla violenza porta ognuno di noi a diventare un piccolo "Giuda" che tradisce i valori della libertà, della  giustizia, della verità e dell'amore fraterno. La vera  lotta per la  libertà è cooperazione, solidarietà, unione umano di intenti e valori per il bene di molti, non di pochi. Solo se utilizziamo il dono del libero arbitrio e del discernimento dei nostri pensieri e delle nostre  azioni saremo davvero persone  libere e  vere.

Grandi uomini di  pace ci hanno insegnato che la libertà parte dalle nostre azioni personali, che le vere  rivoluzioni sono di ideali e non dettate dalla forza e dalla violenza. Chi è aggressivo, violento, ha dentro di sé le matrici della  paura e della rabbia. Chi è violento non è forte ha solo paura!

Basta alle azioni violente in piazza, basta con la violenza verbale e l’allarmismo nei programmi TV, basta con gli haters da tastiera, basta alle informazioni pilotate dei media e mainstream la cui missione ormai non è più quella di dare informazione ma di creare audience. L’allarmismo, la guerra d'informazione e la diversità  delle comunicazioni delle notizie non aiutano, anzi destabilizzano, creano confusione, incertezza e rabbia che a loro volta generano violenza dettata dalla paura. Spesso per alcuni non è la paura della morte, ma la paura di essere lasciati soli a se stessi, senza alcun supporto sociale, un senso di solitudine e di impotenza che genera paura più per i propri cari, per i propri figli che per se stessi.

Il  virus è  invisibile, ma l'essere  umano è  tangibile con tutte le sue necessità fisiche, morali ed economiche, con l’esigenza di una dignità che si conforma nel lavoro e con le sue  debolezze.

Le azioni di violenza e il seme della  paura hanno l'intento di sradicare la visione del  futuro e della speranza, valori  insiti nell'uomo che fanno parte non solo dell'istinto di sopravvivenza ma della fede. Non lasciamoci destabilizzare, non perdiamo la speranza, anzi combattiamo ideologicamente e con la nostra fede per ravvivare la speranza di una società migliore, non lasciamoci sopraffare da condizionamenti o dai soprusi sociali ma continuiamo a piantare i nostri  alberi di  speranza, di verità, dignità e coraggio.

Come usava dire Martin Luther King: "Anche se sapessi che domani il mondo andrà a pezzi, pianterei comunque il mio albero di mele".

 

Facciamo nostre le parole di Mahatma Gandhi, uno dei più grandi rivoluzionari pacifisti:

"Se potessimo cancellare l’«Io» e il «Mio» dalla religione, dalla politica, dall’economia ecc., saremmo presto liberi e porteremmo il cielo in terra. Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso".

 

Katia Botta, Cognitive Coach - Naturopata

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Immagine dal web

 


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