La attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo
cuore.
(Osea 2, 16)
A volte per arrivare al mare bisogna attraversare il deserto. Il
nostro deserto interiore, quel luogo dove incontriamo noi stessi con le nostre
paure, i nostri difetti, le nostre ferite rimaste a lungo aperte, le nostre
sconfitte, la nostra superbia, la nostra arroganza, il nostro pensare di sapere
tutto. Il deserto è la via della purificazione, dove iniziamo a dialogare con
quelle parti di noi stessi che non accettiamo e/o rifiutiamo, è il luogo della
battaglia con il nostro ego che alla fine si arrende nell’accettazione e nell’amore.
Solo dopo aver attraversato il nostro deserto interiore riusciremo ad arrivare
al mare dove finalmente riusciremo ad accogliere ed esprimere l’amore che è
dentro di noi per poi donarlo. Attraversare
il deserto per giungere al mare non prevede una distanza, è una fase, può
essere anche solo un momento, basta ricordarsi che di fronte all’immensità del
deserto e del mare siamo comunque piccoli ed è nell’umiltà di questa piccolezza che dobbiamo purificare il
nostro ego.
S. Teresa di Lisieux diceva: “La
creatura è tanto più se stessa quanto più comprende il proprio
"nulla" ossia la propria povertà, la propria piccolezza e sente nel
cuore gli infiniti desideri di Dio”.
La "piccolezza"
secondo il Vangelo, infatti, è il criterio e la misura del vero progresso
spirituale (cfr. Mt 18,4).
Nel deserto sconfiggiamo la solitudine di
tutti i giorni, riempiendola della presenza del Signore, che dà la vera pace.
Buon viaggio a tutti! Katia Botta
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Immagine dal web: deserto e mare Oman