Dobbiamo decodificare per arrivare ad amare
Bisogna essere
spettatore, osservatore di sé nell'altro: è in questo modo che si decodifica.
Decodificare vuol
dire comprendere, trovare una chiave di lettura, utilizzare l'intelligenza
Emotiva, ovvero: "La capacità di un
individuo di riconoscere, di distinguere, di etichettare e di gestire le
emozioni proprie e degli altri".
Tutte le volte
che decodifichiamo, accogliamo e trasformiamo, conosciamo meglio e più
completamente noi stessi e gli altri.
I pensieri, i
comportamenti o gli schemi di avvenimenti
che ci vengono riproposti durante il percorso della nostra vita arrivano in un
ordine ben definito e servono proprio per
trasformarci ed elevarci.
Che si tratti di
attrazioni o repulsioni, è la medesima cosa, è l'altra faccia della stessa
medaglia.
Quando di fronte
all'atteggiamento di una persona non correggi, non dici niente ma anzi lasci
fare ponendoti come spettatore, quell'atteggiamento che ti infastidiva si
arresta senza dover correggere nulla.
Man mano che
codifichiamo critiche, comportamenti e reazioni, gli schemi si ripresenteranno
in maniera sempre meno forte fino ad arrivare alla trasformazione.
Raggiungiamo la
serenità e la libertà interiore quando cambiamo nell'interno, senza correggere,
né imporre, né rettificare all'esterno.
È un percorso a
tappe che si effettua iniziando ad eliminare il superficiale per arrivare al
nucleo centrale:
1) Accettazione
(si fa con la testa ma con umiltà, senza giudizio, mettendo da parte
l'orgoglio)
2) Accoglienza
(si fa con il cuore sino ad arrivare al perdono)
3) Riconoscere
la reazione della persona (si fa con la testa e con il cuore):
4) L'intenzione
di trasformare schemi, memorie, condizionamenti, sofferenza nei
rapporti interpersonali, emozioni inespresse, per rendere la comunicazione più
fluida, più autentica, più fraterna.
Nell'Intenzione
la parte più difficile sta nel riconoscere che
ogni persona che incontriamo sono delle parti di noi.
Spesso le persone sono specchi che riflettono parti di noi che
non vogliamo vedere.
Es: Se durante
una conversazione una persona ci irrita perché dice una stupidata mentre noi
invece ci esprimiamo con intelligenza, vuol dire che nel nostro subconscio vi è
della stupidità. Se in seguito riflettiamo con discernimento sulla
conversazione ci rendiamo conto che la persona che ci ha irritato ha mostrato
una parte di noi che non sapevamo di avere, ma che ora possiamo migliorare.
Quando c'è un
giudizio non sei tu che giudichi ma gli schemi che giudicano.
Quando c'è una
reazione emotiva di collera o altro basta fermarsi e riflettere su cosa l'ha
scatenato. Che cosa rappresenta questa situazione per me? Chi nella mia vita si
comportava in questo modo?
Non occorre
capire necessariamente da dove provengono gli schemi, a volte per codificare
basta semplicemente Accettare e Accogliere, perché il preconcetto e la non
accettazione rende impossibile il dialogo e rompe l'unione.
Come eliminare
gli schemi?
Discernere,
prenderne atto, osservare, evitando il giudizio, ricordando sempre che
“Gli altri siamo
noi".
Buona Vita! 🌸 Katia Botta
"Ogni conflitto è l'espressione tragica di un bisogno non
soddisfatto.“
(Marshall
Rosenberg)
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Buona Vita, Pace a te!
Katia Botta
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