“Va col vuoto tra le mani, prima devi avere conosciuto il sapore
del vuoto, poiché questo è tutto”
«Ci sono due tipi di vuoto. Il vuoto che cerco io è fatto di
buio, di nulla, è una dimensione dove non ci sono pensieri. Se, per esempio, mi
trovo a dover prendere una decisione, chiudo gli occhi e cerco il vuoto. (…)
Poi c’è il vuoto che viene da sé, spontaneamente: e questa è un’ottima cosa!
Per esempio quello dei bambini che si distraggono molto, che si incantano;
oppure quello dal quale, silenziosamente, senza chiedere il tuo parere, senza
pensieri, si forma incessantemente la persona che sei. Una sorgente sconosciuta
che sta realizzando te, sta facendo il tuo essere come va fatto, e per la quale
la tua opinione conta meno di niente. (…) Ecco a cosa serve il vuoto: a
ricordarti che non sei tu il protagonista, che c’è qualcosa che ti sta creando e
sa cosa fare, quando piangere, quando ridere, quando fare l’amore, quando
irritarsi…E’ chiaro che non ha modelli, segue un suo stile, cos’altro dovrebbe
fare? Mentre tu insisti a mettere paletti: vado bene, non vado bene, sono
giusto, sono sbagliato, ieri ho fatto così, dovevo fare diversamente, e poi ho
avuto un’infanzia difficile, mi maltrattavano…Ma così chiedi al tuo artefice di
rispettare una serie di codici che non sono i suoi: sarebbe invece un’ottima
cosa lasciar perdere tutto e affidarsi totalmente al vuoto. (…)Quanto più vuoto
realizziamo in noi, tanto più sapere innato attingiamo.
L’operazione da fare
quando stiamo male è molto semplice: basta ricordarsi che c’è un luogo segreto
dentro di noi, il nostro spazio vuoto. In quel silenzio invisibile che ci
abita, là dove non ci conosciamo, c’è la nostra essenza e assieme la guarigione
da ogni disagio. Perché siamo, principalmente, proprio ciò che non vediamo di
noi stessi. In quel silenzio rarefatto e invisibile che abita ognuno di noi c’è
la prevenzione, la cura, la soluzione dei nostri disagi. (…) Nascondersi è
annullarsi, prendere le distanze dal conosciuto, disidentificarsi. Nascondersi
è curarsi, rigenerarsi, lasciar fare al Sé. Non c’è seme nell’universo che non
si occulti per creare la vita di una pianta, di un animale, di un uomo.
Nascondersi è la ricetta di tutte le ricette. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi
problema ti affligga, tu nasconditi…e rifugiati nel vuoto. (…) Dio si occulta
e, quando noi immaginiamo uno spazio vuoto, misterioso e nascosto, le forze
cosmiche sono più che mai al nostro fianco. (…)
Ogni tanto faremmo bene a chiederci “Quanto «vuoto» c’è stato nella mia giornata?” (…). I miei pazienti sono sulla strada giusta quando non cercano di risolvere quelli che chiamano “i loro problemi”.
“Non devo salvare il mio matrimonio” oppure “non devo cambiare vita” sono alcune delle frasi che permettono all’anima di compiere i suoi prodigi, di produrre i suoi effetti terapeutici. Il vuoto ha più poteri di qualsiasi ragionamento, di qualsiasi farmaco, di ogni sforzo di volontà.
Ogni tanto faremmo bene a chiederci “Quanto «vuoto» c’è stato nella mia giornata?” (…). I miei pazienti sono sulla strada giusta quando non cercano di risolvere quelli che chiamano “i loro problemi”.
“Non devo salvare il mio matrimonio” oppure “non devo cambiare vita” sono alcune delle frasi che permettono all’anima di compiere i suoi prodigi, di produrre i suoi effetti terapeutici. Il vuoto ha più poteri di qualsiasi ragionamento, di qualsiasi farmaco, di ogni sforzo di volontà.
(La dottrina Zen del Vuoto Mentale - di D.T.Suzuki)
Svuota il secchio
«Va col vuoto tra le mani, poiché questo è tutto. Questo è il
mio dono. Se riesci a portare il vuoto tra le tue mani, allora ogni cosa
diventa possibile. Non portarti dietro i tuoi pensieri, la tua conoscenza, non
portarti dietro niente di ciò che riempie il secchio, e che non è altro che
acqua, perché altrimenti guarderai sempre e solo il riflesso, e nient’altro.
Nella ricchezza, nei beni materiali, nella casa, nell’automobile, nel
prestigio, tu non vedrai che il riflesso della luna piena nell’acqua del
secchio, mentre la luna vera è li, in alto, che ti aspetta da sempre. Lascia
cadere il secchio, cosi che l’acqua sfugga via, e con essa la luna. Solo questo
ti permetterà di alzare lo sguardo e vedere la vera luna nel cielo; ma prima
devi avere conosciuto il sapore del vuoto, devi lasciar cadere il secchio della
tua mente, dei tuoi pensieri: non più acqua, né luna. Il vuoto nelle mani» (Osho, Dieci
Storie Zen)
Grazie per aver dedicato il tuo tempo a questa lettura.
Buona Vita! Katia Botta
Se ti è piaciuto questo articolo puoi condividerlo, ti chiedo solo di non
modificarlo in nessuna parte, indicando il link attivo al sito.
Think Green. Cura l'ambiente, non
stampare se non è necessario.
Iscriviti alla
newsletter per ricevere gratis gli aggiornamenti via email!
Nessun commento:
Posta un commento